Il cestino del pane- parte II
(segue)
La focaccia e i panini
Saccharomyces cerevisae, una lunga storia d’amore. Così almeno dovrebbe essere, ma nonostante la mia conoscenza sull’argomento, io e il qui presente saccharomyces andiamo d’accordo solo a periodi alterni. Ho studiato tutto sulla sua fermentazione e sul suo uso come organismo modello nella biologia cellulare e molecolare, prima di sapere che l’avrei rincontrato anche in cucina. Questo microrganismo meglio noto come lievito di birra è infatti il responsabile della fermentazione alcolica di vino e birra e del processo di panificazione. Nella preparazione del pane viene sfruttata la capacità fermentativa del lievito di trasformare gli zuccheri in alcool e anidride carbonica; in cottura l’alcool evapora mentre l’anidride carbonica rimanendo intrappolata nei reticoli formati dalle proteine della farina determina la lievitazione del pane. La teoria sembra semplice, ma a questa è necessario sommare tante diverse variabili come la farina utilizzata, l’idratazione dell’impasto, la temperatura e le pieghe.
Tornando al nostro lievito, mi da tante gioie quando si tratta di pizza, anche sul versante foccaccia siamo in buoni rapporti ma per quanto riguarda panini da hamburger e lievitati dolci, ancora non ci siamo.
La focaccia e i panini
Saccharomyces cerevisae, una lunga storia d’amore. Così almeno dovrebbe essere, ma nonostante la mia conoscenza sull’argomento, io e il qui presente saccharomyces andiamo d’accordo solo a periodi alterni. Ho studiato tutto sulla sua fermentazione e sul suo uso come organismo modello nella biologia cellulare e molecolare, prima di sapere che l’avrei rincontrato anche in cucina. Questo microrganismo meglio noto come lievito di birra è infatti il responsabile della fermentazione alcolica di vino e birra e del processo di panificazione. Nella preparazione del pane viene sfruttata la capacità fermentativa del lievito di trasformare gli zuccheri in alcool e anidride carbonica; in cottura l’alcool evapora mentre l’anidride carbonica rimanendo intrappolata nei reticoli formati dalle proteine della farina determina la lievitazione del pane. La teoria sembra semplice, ma a questa è necessario sommare tante diverse variabili come la farina utilizzata, l’idratazione dell’impasto, la temperatura e le pieghe.
Tornando al nostro lievito, mi da tante gioie quando si tratta di pizza, anche sul versante foccaccia siamo in buoni rapporti ma per quanto riguarda panini da hamburger e lievitati dolci, ancora non ci siamo.
Per
questo quando abbiamo scoperto il tema della sfida, una gocciolina di sudore
freddo è scesa dalla mia fronte, ben sapendo che il fallimento poteva essere
dietro l’angolo. Sulla riuscita dell’impresa, consistente nella preparazione di
4 differenti tipologie di lievitati, non dico di essere soddisfatta la 100%
perché la strada verso la panificazione è ancora lunga, ma a questo giro
qualche soddisfazione ce la siamo tolta.
Le ricette della focaccia e dei panini senza impasto chiamati “cazzotti”
vanno a completare il cestino del pane che abbiamo presentato qualche giorno
fa. La focaccia è stata preparata con la
farina di enkir ed ha al suo interno una purea di zucca e tanti semi
croccanti in superficie, mentre i cazzotti,
fatti con una parte di farina integrale, sono stati arricchiti con le noci e il rosmarino.
Chiara
Focaccia con la zucca
Ingredienti
per due teglie 25x30:
300 g di farina
0
300 g di farina
di enkir
240 g di acqua
200 g di zucca
(140 g di zucca una volta cotta)
8 g di malto
d’orzo
48 g olio
extravergine
2 g lievito di
birra secco
In
una ciotola setacciate le due farine e unite il lievito. Aggiungete il malto,
l’olio ed infine iniziate ad aggiungere l’acqua, amalgamando con una forchetta.
Aggiungete il sale ed incorporate. Continuate ad impastare fino a che tutta la
farina non sarà ben incorporata. Rovesciate l’impasto su un piano non
infarinato. Massaggiate l’impasto facendo pressione con il polso della mano,
basta in tre punti in orizzontale, poi rovesciate l’impasto chiudendolo su se
stesso aiutandovi con la spatola.
Fate
questo passaggio altre due volte. Dopo la terza volta l’impasto inizia ad avere
un po’ di elasticità (premendo con un polpastrello non rimarrà la fossetta ma
l’impasto tenderà a rialzarsi) e a questo punto potete fermarvi. Date
all’impasto una forma leggermente ovale e con la mano iniziate ad arrotolarlo
dall’alto in basso dando una leggera pressione. Ruotate l’impasto, appiattitelo
leggermente, quel tanto da renderlo un po’ ovale e ripiegatelo su se stesso
fino a chiuderlo bene. Chiudete sotto anche i lati del rotolo con i palmi delle
mani, creando un impasto a palla. Trasferite l’impasto in una ciotola
leggermente infarinata, coprite con pellicola e mettete a lievitare per un ora.
Trascorso questo tempo rovesciate l’impasto sul piano di lavoro leggermente
infarinato. Con delicatezza con i polpastrelli picchiettate tutto l’impasto, si
formeranno tante fossette. Arrotolate l’impasto su se stesso partendo dall’alto
e chiudendolo senza stringere. Trasferite l’impasto di nuovo nella ciotola, con
la chiusura in basso e fatelo lievitare coperto per un’altra ora. Ripetete questa
ossigenazione della pasta per altre due volte a distanza di un ora (in tutto
sono tre ossigenazioni). Prima dell’ultima ossigenazione dividete l’impasto per
le teglie che userete.
Trascorsa
un ora dalla terza ossigenazione l’impasto è pronto per essere messo nella
teglia. Ungete bene con olio le teglie che vi serviranno e rovesciateci
delicatamente l’impasto. Con i polpastrelli picchiettate tutto l’impasto,
partendo dal centro verso i quattro angoli della teglia, premendo solamente senza
allargare. La pasta un po’ alla volta si allargherà . Quando si sarà giÃ
abbastanza allargata è il momento di girarla. Con attenzione appoggiate un
lembo dell’impasto sull’avambraccio e alzandolo con l’impasto ruotate la pasta.
Riprendete a picchiettare la pasta, se vi sembra che non si allarghi non
tiratela e lasciatela riposare 10 minuti poi riuscirete a stenderla bene.
Coprite
e fate riposare per 30 minuti. Trascorso questo tempo disponete i semi di zucca
sulla superficie della focaccia. Irrorate con un’emulsione fatta con 3 cucchiai
d’olio e 3 cucchiai d’acqua con un po’ di sale. Coprite e mettete a lievitare
per un’ora. Dopodiché cuocete in forno a
250 °C per 15 minuti circa.
Una
volta cotta spostatela dalla teglia e mettetela su una griglia.
Panini senza impasto alle noci e rosmarino
Ingredienti
per 8 panini: 250 g di farina
0
250 g di farina
integrale
350 ml di acqua
150 g di noci da
sgusciare
½ cucchiaino di
lievito di birra secco
qualche rametto
di rosmarino
1 cucchiaino di
sale
2 cucchiai di
olio
Sgusciate
le noci e tritatele grossolanamente. Lavate il rosmarino e tritatelo.
In
una bacinella setacciate le farine e unite il lievito. Aggiungete il sale,
l’olio, le noci e il rosmarino; infine tutta l'acqua. Mescolate velocemente con
una forchetta. Coprite con della pellicola e lasciate questo impasto grezzo e
appiccicoso a riposare per circa 18/20 ore a temperatura ambiente (noi lo
abbiamo tenuto 17 ore). Dopo il riposo, l'impasto si sarà alzato e riempito di
bolle. Rovesciatelo su un piano di lavoro infarinato e spolveratelo con della
farina. Con una spatola dividete l'impasto in 7-8 pezzi e fate delle pieghe a
ciascuna pagnotta. Per fare la pieghe prendete un lembo di impasto, allungatelo
verso l'esterno e poi ripiegatelo al centro, prendete un lembo opposto di
impasto, tiratelo e ripiegatelo al centro, e fate lo stesso con un altro (o un
paio se ci si riesce) lembo di impasto.
Disponete
un canovaccio pulito su un vassoio o sul piano di lavoro, spolverate con farina
o semola e mettete su di esso ogni panino con la parte delle pieghe rivolta
verso il basso. Spolverate ogni panino con della semola, coprite con un altro
canovaccio e lasciate riposare per 2 ore.
Scaldate
il forno e la leccarda a 230°C. Velocemente ribaltate ogni panino sulla teglia
calda in modo che le pieghe ritornino sopra e cuocete i panini per circa
mezz’ora. Dopo 15 minuti abbassate il forno a 210° e disponete i panini sulla
griglia fino al termine della cottura.
Con queste due ricette si completa il nostro cestino del pane per la prima lezione della MtcS-cool
Cestino favoloso, profumato e ricco. Cosa non devono essere quesi panini, davvero brave le sorelle.
RispondiEliminaGrazie Annarita!!Un abbraccio
EliminaBello il vostro cestino pieno di profumi e intrigante nei gusti, La focaccia alla zucca immagino sia molto saporita
RispondiEliminaBrave
La focaccia ci è piaciuta molto perché profumata e dal sapore delicato. Speriamo anche l'esecuzione sia passabile :)
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