La nostra Garfagnana
Alcuni luoghi non ci stancano mai. Ho
scoperto che per me uno di questi luoghi è rappresentato dalla Garfagnana. Ogni volta che torno in
queste zone rimango ammirata dall’amore e attaccamento delle persone per la
propria terra, la dedizione per il proprio lavoro, per la tutela delle tradizioni
e conoscenze. Il primo fine settimana di Novembre, Marta ed io insieme ad altri
blogger grazie al Calendario del cibo abbiamo potuto visitare la Garfagnana.
Il tour prevedeva la visita di alcuni
produttori locali come il birrificio la Petrognola e di alcune realtà della
zona come l’azienda agricola Cerasa e la sezione locale della banca del
Germoplasma.
La banca
del germoplasma è il luogo dove vengono conservate le specie e varietÃ
frutticole ed erbacee della Garfagnana.
La conservazione di questo patrimonio genetico autoctono permette la tutela e la difesa della
biodiversità rurale. Il “centro la piana” di Camporgiano nato inizialmente come
vivaio forestale, è stato poi trasformato nel 2008 in centro di tutela della biodiversitÃ
agraria. La direttrice Fabiana Fiorani, con competenza e passione ci ha
raccontato come il centro sia attivo nel recupero, conservazione e
valorizzazione di varietà antiche che mantengono una forte importanza a livello
culturale. All’interno del centro, sono presenti dei frigoriferi utilizzati per
la conservazione di semi delle varietà erbacee (27 varietà garfagnine e 7 delle
zone limitrofe) e una collezione di piante madri di varietà arboree. Questa
collezione è costituita da 445 piante da frutto di 185 varietà diverse.
Camminando tra gli alberi della collezione si può ammirare una grande varietÃ
di frutti antichi ormai a rischio di scomparsa. Alberi da frutto uno differente
dall’altro occupano gli spazi all’aperto del centro “La Piana”; si tratta
soprattutto di peri e meli, ma sono presenti anche alberi di fico, susini e
peschi. Anche i nomi di queste varietà hanno un loro fascino: zucca luna, mele
del Giappone, fagioli mascherini e pomodori fragola, giusto per citarne alcuni.
La banca del germoplasma ha poi una collezione di vitigni locali. Per alcuni di
questi vitigni sono stati trovati i vitigni di riferimento, di solito di
origini francesi o spagnole, mentre una ventina di questi non sono stati
ritrovati in nessuna altra parte del mondo e possono essere considerati autoctoni
della Garfagnana.
Le varietà autoctone della Garfagnana
vengono conservate anche attraverso il loro reinserimento direttamente sul
territorio garfagnino grazie alla collaborazione dei coltivatori custodi:
agricoltori che si occupano del rinnovo dei semi permettendo così la
salvaguardia del materiale conservato.
Il progetto della banca del germoplasma
si inserisce in un contesto attivo nel recupero e valorizzazione di tradizioni
e culture che altrimenti andrebbero perse.
Per ricordare questo fine settimana abbiamo voluto preparare un piatto tipico della Garfagnana come la torta di farro utilizzando la ricetta di una garfagnina doc. Grazie Annarita, la tua torta è stata spazzolata!
Per ricordare questo fine settimana abbiamo voluto preparare un piatto tipico della Garfagnana come la torta di farro utilizzando la ricetta di una garfagnina doc. Grazie Annarita, la tua torta è stata spazzolata!
Chiara
Torta di farro della Garfagnana
Per l’impasto:
100g di farina
Latte
Sale
Olio extravergine d’oliva
Per la farcia:
165g Farro della Garfagnana
250g di Ricotta
40g di Parmigiano
2 Uova
Sale e pepe
Impastate la farina con il sale e l'olio. Aggiungete a mano a
mano il latte tiepido, fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo. Nel
frattempo lessate il farro in acqua salata, lasciandolo al dente. Scolate
il farro e lasciatelo freddare. In seguito in una ciotola unite al farro la
ricotta, il parmigiano grattugiato e le uova. Mescolate bene e aggiustate di
sale e pepe. Stendete la pasta e foderate con questa una teglia ricoperta di
carta forno. Riempite con l’impasto a base di farro. Infornate in forno caldo a
200 °C per 30 minuti circa.
Quello che mi piace nel portare i blogger in Garfagnana è vedere la mia terra attraverso i loro occhi, per scoprire poi che la vedono esattemente come: una terra che ha fatto della povertà una ricchezza che vuole a tutti i costi preservare. Natura, storia, tradizioni e cibo. Grazie per la tua sensibilità nel raccontare e per le foto davvero molto belle. La torta di farro come quella di patate sono buonissime e facili da fare, mi sembra che vi sia venuta proprio bene. Grazie ancora.
RispondiEliminaQuante cose si imparano e si scoprono viaggiando per i blog... bellissima cosa raccogliere i semi delle piante. So che anche nella mia terra c'è un luogo simile :) bellissima questa torta. A presto LA
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