La focaccia genovese
Da tempo volevo fare la focaccia
genovese. Un po’ perché sono in piena fissa lievitati dove pizze e focacce
sono in cima alla lista. Ambisco, non troppo segretamente, a voler diventare la regina della pizza. Tale
progetto necessita di prove, molte prove, così quando capita l’occasione la
colgo al volo.
Domenica scorsa ho organizzato una gita fotografica, volevo fare
qualche scatto al colore dell’autunno sugli alberi. Il famoso foliage (Chiara mi ha preso in giro per giorni, dopo avermi
sentito usare questo termine). Mi sono spinta verso la montagna toscana, con il solo intento di concedermi qualche ora
di relax e scattare qualche foto. E’ stata una piacevole domenica, anche se
facendo un rapido calcolo, abbiamo trascorso più tempo in macchina che
altrove.
Gita fuori porta significa anche merenda,
ed io ho preso subito la palla al balzo proponendomi di occuparmene
personalmente. “La merenda la porto io”,
questa è stato il mio lapidario messaggio, mentre facevo già i calcoli per le
ore di lievitazione della focaccia. Per chi non la conoscesse la focaccia genovese è la focaccia con i
buchi e le chiazze bianche, da
non confondere con la focaccia di Recco che oltre per la presenza del formaggio
è diversa anche nell’impasto.
Mi sono fidata di questa ricetta qui, non era la prima volta che la provavo. A dire tutta la verità alla prima prova non ero
riuscita a fare i caratteristici buchi superficiali come si deve. La ricetta non mi ha tradito e sulla
questione degli ombrisalli (così si chiamano) sono riuscita a migliorare.
Le modifiche apportate riguardano le dosi, leggermente diminuite volendo usare
una teglia più piccola e la scelta del lievito di birra secco (per il semplice
fatto che quello avevo in casa).
Marta
Cose da sapere
Tempi. La ricetta di questa focaccia è piuttosto veloce, perché prevede una buona quantità di lievito. Se volete una focaccia più "leggera" potete diminuire la quantità di lievito (anche dimezzarla), il risultato sarà comunque ottimale, si allungheranno i tempi di riposo e raddoppio dell'impasto.
Altezza. Per avere una focaccia del giusto spessore dovete calcolare 500 g di impasto (acqua+farina) per una teglia di 40x30 cm. Se cercate una focaccia più alta e morbida niente vi vieta di aumentare le dosi.
Strumenti. L'impasto di questa focaccia è mediamente idratato, si lavora bene a mano, non serve la planetaria (io non la ho e la faccio a mano). Non serve neanche il mattarello, questo impasto va steso con le mani, altrimenti si rischia di schiacciare troppo l'impasto e rovinarla.
Focaccia genovese “la fougassa”
(da una ricetta di Alessandra Gennaro)
Tempi di preparazione: 3 h e 20 min Cottura: 15-20 min
Ingredienti
per una teglia di 32 cm di dimetro :
150 g di
farina 00
150 g di
farina 0
dai 170-190
ml di acqua (a me ne sono serviti 175 ml)
½ cucchiaio
di malto
3 g di
lievito di birra disidratato
1 ½ cucchiaio di olio extravergine
6 g di sale
fino
Poi:
2 cucchiai
di olio extravergine
mezzo bicchiere
d’acqua
una piccola
manciata di sale grosso
Setacciate
le due farine e il malto in una ciotola, aggiungete il lievito, una parte dell’acqua
ed iniziate ad impastare. Aggiungete il sale, l’olio e procedete aggiungendo il
resto dell’acqua.
Continuate
ad impastare fino ad ottenere una palla. A questo punto trasferite l’impasto su
una spianatoia e continuate ad impastare spingendo la palla con il palmo della
mano lontano da voi. Una volta ottenuto un impasto liscio decidete se è il caso
di aggiungere ulteriore acqua. Più idratazione garantisce una focaccia più
soffice. A me sono bastati 175 ml di acqua.
Fate
lievitare in una terrina coperto per un’ora. Successivamente trasferite l’impasto
nella teglia unta con abbondante olio extravergine (a me sono serviti due
cucchiai di olio). Spianante l’impasto con la punta delle dita, stirandolo anziché
schiacciarlo. Lasciate lievitare fino al raddoppio, a me sono servite circa due
ore.
Accendete il
forno a 230° C modalità statica. Con i polpastrelli iniziate a fare i buchi
caratteristici, badando bene di non rompere l’impasto. Distribuite il sale grosso su tutta la
focaccia, l’olio con l'aiuto di un pennellino e irrorate con l’acqua. Infornate a
forno caldo, per 15-20 minuti. La focaccia è pronta quando sarà ben dorata.
#SAVE THE DATE:
Domenica 18 ottobre, in occasione della manifestazione "Sapori d'autunno" saremo a Cerreto Guidi, dalle 16, con le nostre ricette. Ne faremo anche alcune lì per lì. Non prendete impegni vi aspettiamo!
Se siete curiosi di scoprire le ricette che non approdano su queste pagine, ciò che accade dietro le quinte e molto altro seguiteci qui!
Fantastica questa focaccia! Sei sulla strada giusta per raggiungere il trono!
RispondiEliminaE poi, che dire: anche i colori si abbinano al foliage!!
:-)
Detto da te è un super complimento, la tua focaccia con i pomodorini e il tuo pane alle noci sono bene impressi nella mia memoria :)
Eliminano mò la devo fare pure io! credo di essere l'ultima genovese rimasta a non averla mai provata a cucinare!! Umbrissalli!! mamma che vuoto non mi ricordo più che significa!!! mi sembra ombelico ma non ne sono sicura quando me lo ricordo te lo dico
RispondiEliminaIo mi sono innamorata di questa focaccia, è una droga. Una volta che provi a farla poi non riesci a smettere!!
Eliminaspettacolare la tua fugassa!
RispondiEliminatanto ammore a te (per la pizza ti capisco, ci ho lavorato un anno ma ora quando agli amici dico pizza loro rispondono con una ola ;) )
baci e abbracci sparsi
Dopo i croissant tutto ciò che deve crescere e lievitare, pizza compresa, mi spaventa un po' meno. La fugassa è stata un piacevole scoperta, me ne sono innamorata!! Baci
EliminaLa focaccia della Van Pelt è un mai-più-senza :D
RispondiEliminaMia-più-senza davvero, lo ribadisco a costo di essere ripetitiva è una droga!!
EliminaQuesta fantastica focaccia è una vera delizia! Bravissime!!!
RispondiEliminaUn caro abbraccio e felice week end!
Laura<3<3<3
PS mi sono unita ai vostri lettori , per non perdermi le vostre deliziose ricette!
La tua focaccia ha un aspetto delizioso. Mi piace tantissimo la focaccia genovese, metterò da parte la ricetta e la firarò appena potrò tornare a mangiare i lievitati! Un saluto, a presto, Emanuela.
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