Il tempo della vendemmia
Chi sta in
campagna lo sa, da inizio settembre fino ad ottobre è tempo di vendemmia. In questo
periodo dell'anno capita di incontrare per le strade trattori carichi di uva diretti verso le cantine e
gruppi di persone tra i filari intente a vendemmiare.
Da piccole
partecipavamo anche noi a quel rito che è la vendemmia: a casa dei nonni materni,
parenti e amici si riunivano per
raccogliere l’uva e anche noi bambine cercavamo di dare il nostro contributo. Cinque cugine intente a tagliare i grappoli d'uva con le loro forbicine blu e fare la spola tra i campi e la casa per portare ai grandi qualcosa con cui rifocillarsi. Alla fine della giornata, anche se avevamo passato la maggior parte della giornata a giocare e a ricorrerci per i campi, c'era sempre una piccola ricompensa.
Alcuni di questi filari che occupavano il campo dei nonni erano dedicati a della buonissima uva da tavola. Da piccola mi divertivo a togliere la buccia agli acini e mangiare solo la polpa.
Mangiare un grappolo richiedeva un grosso impegno, ma la soddisfazione di quel
sapore dolciastro ripagava gli “sforzi”.
Da grande
invece di complicarmi la vita sbucciando acini ho scelto di metterla sul fuoco.
L’abbinamento è stato semplice, il sapore dolciastro dell’uva ben si sposa con
il maiale.
Arista all’uva
750 gr di arista di maiale
300 gr di uva bianca
1 bicchiere di vino bianco
1 spicchio d’aglio
1 rametto di rosmarino
Olio extravergine d’oliva
Sale e pepe
Legate la carne e sistemate un rametto
di rosmarino tra la carne e lo spago. In una casseruola scaldate l’olio
aggiungete l’aglio e fate rosolare la carne a fiamma alta per qualche minuto.
Sfumate con del vino, salatela, pepatela e quando sarà uniformemente dorata trasferitela
nel forno preriscaldato a 180 °C, insieme agli acini del’uva. Cuocete per 1 ora
e e venti minuti. Togliete dal forno e lasciate riposare per una decina di
minuti prima di tagliarla a fette.
Mi sembra di rivedermi tra i filari giù nel campo a raccogliere l'uva e pigiarla nelle bigonce e succhiare il succo....bei tempi...
RispondiEliminaBuona l'arista con l'uva!
Ecco pigiare l'uva nelle bigonce mi manca, mai fatto!!Anche a me mancano tanto quelle domeniche passate dai nonni a vendemmiare..
Eliminail tuo racconto evoca momenti lontani e poetici.
RispondiEliminaBuona l'arista.
Baci,
Cri
Grazie Cri!
EliminaGrande blog, verrò di nuovo qui!
RispondiEliminaLa ricetta è incoraggiante, sembra grande!
Non sono per niente carnivora, però ti giuro che di questa ne assaggerei volentieri una fetta!
RispondiEliminaE poi anch'io da piccola toglievo la buccia dagli acini ... ora mi limito ai semini :)
Anch'io ora tolgo solo i semini, abbiamo fatto dei passi avanti che dici?!
EliminaChe fame, adoro questo piatto che ci proponi, lo devo provare, sembra così buono!!
RispondiEliminaGrazie Cuoca pasticciona!!
EliminaPeriodo magico quella della vendemmia. Non l'ho mai fatta ma è una delle cose che mi piacertebbe davvero tanto fare.
RispondiEliminaQuegli acini caduti nella ricetta sono una chiccheria.
Fabio
Devi assolutamente.Io mi ricordo tanto divertimento, tanta fatica e dei buonissimi pranzi!!!
EliminaChiara, che bello il tuo racconto!
RispondiEliminaIo non ho mai partecipato ad una vendemmia, ma mi piacerebbe molto. Dev'essere un momento importante per la famiglia, per ritrovarsi e divertirsi.
Quei chicchi preziosi rendono il piatto davvero unico! buonobuono!