Eggs benedict from London


Erano nella mia to do list da tempo, come al solito però non avevo mai avuto il tempo di farle. Come tante altre ricette ed idee se ne stavano li in un angolo della mia mente (e in qualche file sperduto nel mio pc) ad attendere il momento giusto. Momento che probabilmente non sarebbe mai arrivato se non ci avesse messo lo zampino l'allegra combriccola dell'MTChallenge.
Londra non è New York, ma io le mie prime eggs benedict le ho assaggiate proprio nella gelida Albione. Nei menù di qualsiasi caffe si trovano accanto alla tipica colazione inglese a base di uova strapazzate anche le eggs benedict e le varianti con gli spinaci, le eggs florentine, e quelle con il salmone chiamate eggs royale. Durante quei mesi trascorsi a Londra ho cercato di sconfiggere uno dei miei tabù: sedermi ad un tavolino di un qualsiasi luogo pubblico da sola. Da sola mi è sempre sembrata una brutta parola. Al bar si va per incontrare un amico, per prendere un caffè insieme, per ritrovarsi ad inizio serata. Quando capita di varcar la soglia senza compagnia è sempre per un caffè da prendere al volo, o per un panino veloce da consumare al bancone rigorosamente in piedi. Durante la mia permanenza a Londra invece  ho imparato a gustarmi un caffè in solitudine, magari in compagnia di una rivista, senza sentirmi colpevole di occupare un intero tavolino per più di un quarto d'ora. La colazione della domenica era diventata così una piacevole abitudine. Partivo alla scoperta di nuovi quartieri e di nuovi caffè dove fermarmi per una lenta (e ricca) colazione. E’ così che ho superato un tabù, scoperto tanti luoghi incantevoli e assaggiato molte varianti delle uova proposte da Roberta per la sfida di questo mese. Ho voluto quindi rimanere molto aderente alla ricetta originale, seguendo alla lettera la preparazione della salsa olandese aggiungendo invece un po’ di farina integrale nella preparazione degli english muffins.
Per il piatto di accompagnamento è stato scelto un qualcosa che bilanciasse la ricchezza delle uova e che facesse da ponte tra l’inghilterra, dove per la prima volta ho assaggiato le eggs benedict e l’america, terra di origine di questo piatto. Gli inglesi lo chiamano porridge, gli americani oatmeal, altro non è che una zuppa d’avena, addolcita con dello sciroppo d’acero ed arricchita con frutta secca e fresca a proprio piacimento. 





Eggs benedict con zuppa d'avena e frullato di pera

Ingredienti per 4 persone:
Per gli english muffins:
200g di farina integrale
250g di farina forte per pane
225 ml latte
55 ml di acqua
7 g lievito di birra secco
2 cucchiaini di zuccehro
1 cucchiaino di sale
90g di noci da sgusciare (45g una volta sgusciate)

Per la salsa olandese:
4 tuorli
Il succo e la scorza grattugiata di ½ limone
120g di burro chiarificato
Un pizzico di sale

Per le uova:
4 uova
4 fette di bacon

Per il porridge:
110g di fiocchi d’avena
300 ml di acqua
3 cucchiai di yogurt magro
1 mela tagliata a tocchetti
1 arancia tagliata a tocchetti
Una manciata di nocciole tritate grossolanamente
sciroppo d’acero
cardamomo

Per il frullato:
2 pere (430g una volta sbucciate)
1 cucchiaino di ginger grattugiato
1 cucchiaino di sciroppo d’acero
acqua
un pizzico di cannella

Per gli english muffin:
Unite il latte e l'acqua e fate intiepidire a fuoco dolce. Versate il lievito nel liquido insieme ai due cucchiaini di zucchero, fate sciogliere il lievito e lasciate riposare finchè in superficie non si sarà formato un sottile strato di schiuma. 
Setacciate e mescolate le due farine in una ciotola, aggiungete le noci tritate grossolanamente, versate nel centro il liquido con il lievito, e iniziate a mescolare inizialmente con una forchetta e poi con le mani, incorporando a poco a poco la farina fino a che avrete un impasto non troppo sodo. Versate l'impasto sul piano di lavoro infarinato e incorporate a questo punto il sale. Impastate energicamente per almeno dieci minuti. Se il composto dovesse essere troppo appiccicoso aggiungete poca farina. Una volta ottenuto un panetto liscio lasciatelo riposare per almeno un’ora  finché non sarà raddoppiato di volume.
Dopodiché rovesciate nuovamente l'impasto sul piano di lavoro leggermente infarinato e appiattitelo con le mani, facendo uscire tutta l'aria, fino ad uno spessore di circa 1,5 cm. Con un taglia biscotti di 7,5 cm di diametro, ricavate dei dischi di pasta che metterete su una placca da forno ricoperta di carta forno. Rimpastate i ritagli e ricavate altri dischi fino ad esaurimento della pasta. Lasciate riposare i muffins per 15/20 minuti, coperti da un panno. Scaldate a fuoco medio una padella antiaderente a fondo spesso.
Disponeteci 4 muffins alla volta, riducete la fiamma e fateli cuocere per 4 o 5 minuti per ogni lato. 
Devono rimanere molto soffici e non seccarsi, ma se avete l'impressione che non si siano ben cotti all'interno o sui bordi, potete trasferirli in forno a 180 gradi e farli cuocere per altri 3 o 4 minuti.

Per la salsa olandese:
In una ciotola di metallo, mescolate i tuorli con il succo di limone ed il sale. Trasferite la ciotola sopra una pentola con dell’acqua in ebollizione, stando attenti che il fondo della ciotola non venga in contatto con l’acqua. Mescolando in modo continuo fate scaldare i tuorli, in seguito aggiungete a filo il burro fuso, senza smettere di mescolare. Mescolate fino a che la salsa non si sarà rappresa. Aggiustate di sale, aggiungete la scorza del limone e servite.

Per le uova:
Per la preparazione delle uova in camicia è stato seguito il metodo descritto da Roberta. In una casseruola versate circa 5 cm di acqua e scaldate fino alla comparsa delle bollicine sul fondo della pentola. Rompete le uova in ciotoline separate dopodiché versatele delicatamente sulla superficie dell’acqua, aspettando che vadano sul fondo. Noi abbiamo fatto un uovo per volta, ma basta lasciare abbastanza spazio tra un uovo ed un altro per poterne cuocere più di uno insieme. Lasciate cuocere per 3-4 minuti, utilizzando una spatola di gomma per staccarle dal fondo della pentola. Con l’aiuto di un mestolo forato, togliete le uova dalla pentola, scolandole molto bene ed eventualmente tamponando l’eccesso di acqua con della carta da cucina.

Per la composizione tagliate gli english muffin a metà, su una metà disponete una fetta di bacon leggermente scaldata in padella, sull’altra metà disponete l’uovo in camicia e ricoprite con la salsa olandese.

Per la zuppa d’avena:
Mettete a scaldare in un pentolino i fiocchi d’avena con l’acqua finche questi non avranno iniziato a disfarsi e il composto non si sarà addensato. Togliete dal fuoco e aggiungete lo sciroppo d’acero e lo yogurt. Unite la mela e l’arancia tagliate a tocchetti. Disponete nelle ciotole da portata e aggiungete le nocciole tritate grossolanamente ed il cardamomo.

Per il frullato:
Pulite le pere, tagliatele a tocchetti e mettetele nel bicchiere del frullatore. Frullate il tutto e aggiungete lo zenzero fresco grattugiato. Allungate con acqua fino ad ottenere la consistenza che più preferite. Versate nei bicchieri e completate con una spolverata di cannella.

Con questa ricetta partecipiamo alla sfida dell'MTC n. 33, le Uova alla Benedict e la Colazione americana di Roberta Cornali de La Valigia sul Letto




23 commenti:

  1. Bella l'idea di godersi in pace la colazione della domenica, mentre si esplora la città. Bellissime le foto.

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  2. Delle Eggs Florentine, me ne ha parlato per la prima Jake... e la tua colazione è splendida , anche grazie alle foto.... e comunque le uova alla Benedict se son fatte bene sono buonissime anche a Città del CApo, buona giornata, Flavia

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    1. Le ho provate tutte, ma se devo essere sincera le mie preferite sono le eggs royale quelle con il salmone!!Grazie per i complimenti, un abbraccio

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  3. non ci crederaete ma il porridge o oatmeal era tra le proposte che avevo in mente, sarà perchè ne parlavo giusto pochissimo tempo fa con la mia amica Irlandese.
    Lei mi raccontava che ne va pazza, che è stato il suo piatto preferito da sempre, e che addirittura quando era piccola la mamma per farla contenta glielo faceva mangiare per cena (tipo le cene speciali che a casa mia si facevano una volta a settimana con pizza, o toast o supplì.. per intenderci).
    così che un giorno l' ha preparato per il fidanzato. che è corso in bagno con la nausea..e noi due sembravamo due vecchie comari a suon di "eeeeh ma non capisce niente!!eeeeeh ma quanto è buono!! eeeeeh ma non darlgi retta e preparalo solo per te!!"
    Ora, il porridge o si ama o si odia. io lo amo. e amo la vostra london american breakfast, con il tocco rustico delle noci e della farina integrale negli english muffin : ))) povera, povera Roberta........
    bacione!

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    1. E' proprio vero o si ama o si odia. Per diverso tempo mi sono fatta scoraggiare dall'aspetto (e dal fatto che l'avena l'ho sempre vista dare al cavallo di mio nonno!), mi sono dovuta ricredere perchè mi piace tantissimo e ogni tanto soprattutto d'inverno me lo preparo per le colazioni del weekend. Però si, alcuni dei miei commensali (mio fratello in primis) hanno spazzolato tutto, soprattutto la salsa olandese ma il porridge non hanno nemmeno voluto provarlo :(

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  4. Viaggiando, ho imparato anche a godermi quei 10 minuti seduta a un tavolino per gustare un pasto o anche solo un caffè: si ha tempo di osservare tutto quello che ci sta intorno, con calma (cosa che mi riesce sempre difficile, visto che cammino a razzo!).
    La zuppa d'avena è buonissima così ricca e comfort food. Mi piace l'accompagnamento del tutto con il frullato di pere-zenzero e cannella
    Ciao
    Isabel

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    1. Infatti io mi incantavo nel guardarmi intorno e se potevo nei caffè mi mettevo sempre vicino alle vetrate in modo da osservare il brulicare delle persone in strada. Anche a me piace il porridge, soprattutto per le colazioni invernali. un abbraccio

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  5. La zuppa d'avena pur non ispirandomi per l'aspetto poco rassicurante mi ha sempre incuriosito; e la tua sembra davvero ottima. Brava anche per tutto il resto

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    1. Anch'io ero un po' inibita dall'aspetto inizialmente, però su di me la curiosità ha sempre la meglio!Ora infatti lo mangio molto volentieri!un bacio

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  6. Ogni cultura ha le sue usanze e quello che in Italia ci sembra strano, in qualche parte del mondo può essere un'abitudine. E' sempre bello scoprire qualcosa di nuovo, sopratutto se la scoperta porta con sé piatti deliziosi come questo! Un bacio

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    1. Verissimo, ed è proprio questo il bello del viaggiare e conoscere posti nuovi!

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  7. Questa colazione mi piace molto ^_^ La assaporerei volentieri: quando? ^_^
    Bravissima, un abbraccio!

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  8. E hai proprio ragione Serena: povera, povera me!! Sull'oatmeal ho avuto un mancamento, lo confesso...lo adoro, me ne farei una ciotola anche adesso. Ma anche le noci negli English muffins non mi hanno lasciato indifferente: mi sembra di sentirne il sapore e la croccantezza che si sposa in bocca con la dolcezza vellutata del tuorlo d'uovo....sublime! Per non parlare del frullato di pere con lo zenzero...Io ancora non sono riuscita a superare la timidezza che mi impedisce di starmene rilassata e tranquilla seduta al tavolino di un bar o ristorante, ma ti assicuro che una colazione come la tua, mi darebbe una bella spinta nella direzione giusta!! Grazie di cuore, a presto!

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    1. Allora è stata una mossa azzeccatissima la nostra!!Se devo essere sincera avevamo paura che non venisse apprezzato e invece abbiamo già trovato due fan del porridge oltre alle sottoscritte!!Questione di abitudine, basta fare un primo passo e poi tutto sembra normale, anzi lo è!A londra c'è tantissima gente che pranza e cena nei ristoranti da sola, o appunto trascorre ore ad un tavolino di un caffè in assoluta solitudine. Grazie a te per la splendida ricetta, era tanto che la volevo rifare!!!

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  9. Una vera gita a Londra.. e, per me che non ci sono ancora mai stata, è una cosa splendida!

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    1. Devi assolutamente visitarla e non farti fregare dalle lamentele sul tempo..Londra ha un suo perchè anche sotto la pioggia e poi ci sono tante caffetterie dove ripararsi e fare delle buonissime colazioni :))

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  10. Ma sai che io tute queste varianti non le conoscevo? Ma la prossima volta, ovunque sia, non mancherò di provarle tutte! Ormai sono uova alla benedict dipendente :-) L'oatmeal invece l'ho trovato spesso, è proprio tipico!

    Fabio

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  11. mai mangiate ma la foto dice tutto: assaggiami!! Un abbraccio SILVIA

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  12. E questo è un colpo basso, cara la mia ragazza! e non solo perchè parli di londra ('inghilterra, per me, è l'omologa di quello che sono gli USA per Roberta e per molti altri di voi) ma anche e soprattutto per l'inno alla cucina british che rappresenta questa colazione. Il mio primo post, ai tempi di menuturistico, 4 anni fa, iniziava con "ho un segreto"- e proseguiva con un peana alla cucina britannica tutta. Erano tempi non ancora maturi, forse, ma non mmi è mai importato: i miei sapori di casa son sempre stati le uova strapazzate sul toast, le torte con sopra la meringa e sotto la crema di limone e una sfilza di altri piatti made in UK, tutti accomunati dal fatto di essere maledettamente buoni. Tant'è che un po' alla volta le ricette di casa mia son finite su Menuturistico: ne mancano molte e fra queste c'è il porridge che, ahinoi, è piatto difficilissimo, nel senso che se è fatto male non perdona. Ma se è ben fatto, è quanto di più comfort ci sia. Se fatto come il tuo, è una figata galattica. Gran bella colazione, raccontata benissimo e ancor meglio espressa da foto straordinarie, per emozione ed intensità. Brava, brava, brava!

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  13. Anche io adoro il porridge! la difficoltà di questa sfida, per me almeno, è stata proprio quella di destreggiarmi tra le numerose influenze che la cucina inglese ha inevitabilmente avuto su quella americana e quello che poi si è effettivamente declinato come specificità americana, nel dubbio, io ho scelto di esagerare, snaturando definitivamente la colazione, intesa anche come pasto di inizio giornata, e che quindi, normalmente si consuma in tempi decisamente ridotti. Trovo la tu proposta molto rustica e adatta al momento per cui la colazione è pensata, mi piace!

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  14. Pure io ho fatto fatica ad abituarmi a mangiare da sola, mi sembrava una cosa triste!
    Da studentessa piuttosto che mangiare da sola preferivo saltare il pasto; poi ho cominciato a lavorare, e non sempre tra riunioni e cose da terminare avevo compagnia a pranzo. Capitava raramente, è vero, però capitava, e col cavolo che avrei saltato il pasto con un pomeriggio intenso da affrontare! Così adesso quella sensazione di disagio è solo un vago ricordo...
    Quello che non è per nulla vago è l'appetito che si è risvegliato leggendo il tuo post e studiandone le ricette... e sì che ho cenato da mezz'ora soltanto!!!! ;-)
    Buonissimo il porridge, piace anche a me!

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