Ricordi da La Corunã



Quasi 10 anni fa (mi fa effetto pensarlo, scriverlo ancora di più) ho fatto un viaggio con mia zia nella zona nord della Spagna; Madrid, le Asturie e la Galizia. Vorrei raccontarvelo quel viaggio perché i posti che ho visto sono stati davvero suggestivi,  e sono ancora bene impressi nella mia mente: il sole della Castillia, la pioggia fine del nord, la cattedrale di Santiago de Compostela in una giornata grigia...ma non basterebbe un solo post, vi basti però sapere che mi sentivo “una ragazza fortunata”, davvero.
Tornando al cibo, motivo di questo post, il mio 17 esimo compleanno, capitato in quel viaggio, l’ho trascorso davanti all’oceano a La Corunã, mangiando in un “ristorante” un polpo che non sono più riuscita a togliermi dalla testa.
Un piatto banale nella sua semplicità ma potente nei suoi sapori. Ripensando a quel pranzo mi vengono in mente i tavolini occupati dai turisti e poco distante una possente signora davanti ad un pentolone enorme, contenente acqua bollente, che mescolava e mescolava pescando poi, un po’ come maga magò versione cuoca, i polpi cotti da portare in cucina. Una volta cotti venivano conditi e serviti su dei semplici taglieri in legno.
Finalmente mi sono tolta lo sfizio e ho provato a rifarlo, forse quello de La Corunã era ancora più buono, ma lì c’era l’oceano, la possente signora ed era il mio compleanno, però vi assicuro che questo ne è una fedele copia.




Pulpo gallego

Ingredienti per 3-4 persone:

900 gr di polpo
1 cucchiaino di pimenton dolce
Paprika piccante (a scelta)
Sale grosso

Pulite il polpo, privatolo degli occhi. Prima di cuocerlo per renderlo più tenero avete due opzioni, o lo sbattete ripetute volte energicamente, oppure lo potete congelare un paio di giorni e poi scongelarlo. Immagino qualcuno stia storcendo il naso al pensiero di congelare il pesce fresco, questa operazione lo rende morbido perché congelando il polpo l’acqua presente nelle fibre si congela (ma va?!) e aumenta di volume, che rompe i nervi rendendolo tenero.
Dopodiché mettete una pentola molto capiente con acqua sul fuoco, una volta raggiunto il bollore immergete il polpo per tre volte tenendolo per la testa, questo serve per “spaventarlo” ovvero fa sì che la pelle non si stacchi dopo la cottura.
Lasciatelo cuocere per 45\50.
Una volta cotto scolatelo, fatelo a pezzetti e cospargetevi sopra il pimenton, una spolverata di paprika (io ne ho messa pochissima), un pizzico sale grosso e olio d’oliva.

Nota: in molte ricette che ho trovato veniva accompagnato con le patate lesse, io avendolo mangiato senza non le ho aggiunte volendo rimanere fedele ai miei ricordi, ma sono certa che il piatto non ne perderebbe.

Con questo post partecipiamo al contest di AboutfoodCrostacei e molluschi


4 commenti:

  1. Quanti ricordi il polpo alla Galiega, una vera delizia e poi sa di Spagna e di vacanze, quindi su di me ha un appel particolare.

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    1. Effettivamente questo è un piatto di bei ricordi, anche per me!

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  2. WOW!!!Fa venire voglia di partire immediatamente! E visto che non si può...che almeno il buon cibo ci sia di consolazione! :-) Bella ricetta, la proverò!

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    1. Mah io mollerei volentieri i miei esami di giugno per un biglietto per qualsiasi posto :)!Provala, ci conto.

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